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COS’È L’OSTEOPATIA

Nella società attuale il termine salute viene utilizzato per indicare una condizione di elevato benessere psico-fiscio-sociale. Il termine benessere indica quindi una filosofia di vita nella quale gli individui sono direttamente e attivamente responsabili nel processo volto a mantenere e quando possibile aumentare e migliorare la propria salute sia essa fisica, psichica e mentale. Lo stato di salute così inteso assume quindi il senso di consapevolezza di sé.

Questa visione è il punto cardine di molte discipline tra cui l’osteopatia: disciplina terapeutica, olistica, di cura e prevenzione che poggia le proprie basi su di una conoscenza precisa della fisiologia e dell’anatomia del corpo umano. Per citare le parole della “World Osteopathic Health Organization” (WOHO): “L’osteopatia è un sistema affermato e riconosciuto di prevenzione sanitaria che si basa sul contatto manuale per la diagnosi e per il trattamento.

Rispetta la relazione tra il corpo, la mente e lo spirito sia in salute che nella malattia: pone l’enfasi sull’integrità strutturale e funzionale del corpo e non per l’ultima, sulla tendenza intrinseca di quest’ultimo ad auto-curarsi. Il trattamento osteopatico viene visto come influenza facilitante per incoraggiare questo processo di auto-regolazione.”

L’Osteopatia rappresenta la prima forma di terapia manuale codificata incentrata sulla salute della persona piuttosto che sulla malattia. L’approccio osteopatico è causale e non sintomatico alla ricerca di quelle alterazioni funzionali del corpo che possono portare al manifestarsi di segni e sintomi tra cui il dolore. L’osteopata infatti considera il sintomo come un campanello d’allarme lanciato dal corpo e dal quale iniziare la ricerca della causa primaria d’insorgenza del disturbo. Il termine “Osteopatia” fu coniato dal suo fondatore, il chirurgo americano Andrew Taylor Still (1828-1917), che alla fine del XIX secolo scoprì le relazioni esistenti tra l’equilibrio funzionale dell’insieme delle strutture del corpo e la salute. Nel 1892 fondò a Kirksville, nel Missouri, la prima scuola di “Medicina Osteopatica” del mondo (American School of Osteopathy).

La grande innovazione apportata dall’osteopatia è racchiusa nei PRINCIPI di cui ancora oggi si avvale:
1. l’essere umano è un’unità dinamica di funzioni, il cui stato di salute è determinato da corpo, mente, e spirito.
L’individuo è visto nella sua globalità come una serie di sistemi finemente interconnessi tra loro. Ogni parte costituente la persona (psiche inclusa) e l’ambiente in cui essa vive è dipendente dalle altre e l’integrità ed il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell’intera struttura e quindi lo stato di benessere dell’individuo.
2. La struttura e la funzione sono reciprocamente inter-correlate.
Una delle frasi più celebri del Dr. Still conclude che l’Osteopatia può riassumersi in un unico concetto: “la struttura governa la funzione”. La riuscita di ogni funzione è legata all’integrità della struttura che la supporta. Nel momento in cui viene meno questo delicato siamo di fronte ad una disfunzione osteopatica, caratterizzata da una zona corporea in cui è andata persa la normale mobilità. L’organismo reagirà a tale disequilibrio creando delle zone di
compenso e di adattamenti non favorevoli all’omeostasi generale dell’organismo. Questi ostacoli, per Still, sono da ricercare nelle strutture del corpo umano ovvero a livello del sistema mio-fascio-scheletrico. Riprendendo nella propria interpretazione la teoria dell’irritazione vertebrale dell’inglese Thomas Brown (1828), Still perfezionò la nozione di “lesione osteopatica” definendola come una compromissione strutturale con ripercussione delle funzioni corporee attraverso la via indiretta dei disturbi della vascolarizzazione e dell’innervazione. Still in questo modo identificò un altro concetto fondamentale: “la regola dell’arteria è assoluta”. Secondo Still, distinguere tra struttura e funzione è del tutto illusorio poiché la struttura controlla la funzione e la funzione condiziona la struttura.
3. Il corpo possiede dei meccanismi di autoregolazione e autoguarigione.
In Osteopatia non è il terapeuta che guarisce, ma il suo ruolo è quello di eliminare gli “ostacoli” alle vie di comunicazione del corpo al fine di permettere all’organismo di sfruttare gli intrinseci meccanismi di autoregolazione attraverso cui raggiungere la guarigione. Secondo la visione osteopatica il corpo contiene in sé stesso tutti i mezzi necessari ad eliminare e prevenire le malattie a condizione che i sistemi di autoregolazione siano correttamente funzionanti ovvero che non siano presenti ostacoli nelle vie della nutrizione tissulare e della eliminazione dei rifiuti.

Grazie a questi principi l’osteopatia può intervenire in aiuto di persone di tutte le età, dal neonato all’anziano, alla donna in gravidanza e si rivela efficace in diversi disturbi che spesso affliggono l’individuo impedendogli di poter condurre una vita serena.
Per poter individuare la causa di tali disturbi l’osteopatia si avvale di una propria diagnosi ottenuta tramite 3 momenti fondamentali della visita:
– l’ANAMNESI attraverso cui rilevare informazioni necessarie in merito alla patologia prossima (attinente al motivo del consulto), e remota del paziente. Questo momento comprende anche l’esaminazione ed interpretazione di eventuali esami strumentali diagnostici già in possesso del paziente (radiografie, TAC, RM ecc.),
– l’OSSERVAZIONE della statica e della dinamica del paziente,
– la VALUTAZIONE attraverso la palpazione dei tessuti al fine di apprezzarne modificazioni della consistenza e la somministrazione di tests di mobilità attraverso cui rilevare le turbe della stessa.
La diagnosi osteopatica porta quindi alla definizione di una o più disfunzioni osteopatiche tutte accomunate dalla perdita del corretto movimento sia esso a carico di un’articolazione, di un organo, di una sutura cranica o di una qualsiasi struttura del corpo.
Sulla base delle disfunzioni rilevate il terapeuta potrà scegliere le tecniche manuali idonee per restituire la corretta mobilità e funzionalità al corpo del paziente in modo da favorire le capacità intrinseche dell’organismo a guarire.

L’osteopatia per questo motivo risulta: non invasiva, in quanto gli unici strumenti utilizzati sono le mani, e priva dell’ausilio farmacologico.
In quanto disciplina olistica non è possibile individuare un unico tipo di approccio ma si può affermare che un osteopata può utilizzare diverse tecniche, grossolanamente suddivisibili in gruppi, per raggiungere l’eliminazione della causa dei problemi del paziente. I gruppi risultano essere i seguenti:
– tecniche strutturali: utilizzate al fine di ristabilire una corretta mobilità e funzionalità del sistema muscolo-scheletrico attraverso un’influenza meccanica, biochimica e neurologica.
– tecniche craniali: utilizzate per agire a livello del sistema cranio-sacrale per ripristinare o riequilibrare il “meccanismo respiratorio primario”. Questo sistema può essere considerato come “la batteria” del corpo umano, quindi agendo su di esso si agisce sulla vitalità dell’organismo. Questa qualità è fondamentale perché permette agli esseri viventi di reagire con efficacia agli eventi di disturbo provenienti dall’ambiente esterno e da quello interno tecniche viscerali: utilizzate per ripristinare la corretta mobilità e motilità dei visceri che consente loro di espletare le proprie funzioni.
– tecniche fasciali: l’intero organismo è sostenuto e aiutato nelle proprie funzioni dal tessuto connettivo che provvede al collegamento, al sostegno e al nutrimento di tutti i tessuti dei vari organi. Queste tecniche consentono la normalizzazione e il riequilibrio dell’intero sistema corpo.

DR. ALESSANDRO BETTIN