OSTEOPATIA E NUOTO

Il nuoto è una disciplina sportiva in cui il gesto atletico viene ripetuto ciclicamente migliaia di volte durante ogni seduta di allenamento.

Questo sport differisce da tutti gli altri per due caratteristiche fondamentali:

1) essendo praticato immersi in un fluido il corpo umano è soggetto ad un parziale scarico gravitazionale, pari a circa il 70% in meno rispetto a qualsiasi altro sport effettuato “all’asciutto”. Tuttavia la ridotta forza di gravità a cui il corpo umano è soggetto non garantisce un “riparo” sicuro da problematiche di natura meccanica imputabili all’importante impegno articolare, muscolare e neurovegetativo che questo sport comporta;

2) il gesto atletico viene svolto sempre in posizione orizzontale, da prono o da supino, aumentando così il carico di lavoro a livello dei cingoli, scapolare e pelvico, sia dal punto di vista muscolare che coordinativo. Tale gesto inoltre non è sempre uguale ma presenta differenti reclutamenti muscolari in base alla distanza affrontata e allo stile praticato. A maggior ragione allargando il concetto ad atleti professionisti, i quali svolgono più sedute di allenamento al giorno, se ne evince come questo sport sia da considerare ad alto impatto sul corpo umano.

In un nuotatore le aree del corpo umano maggiormente colpite da patologie osteo-articolari risultano essere la colonna vertebrale, con maggiore incidenza a livello lombare e cervicale, e le spalle con frequenti infortuni a carico della “cuffia dei rotatori” essendo sottoposte a un rilevante e continuo sforzo fisico.
È in questo ambito che può intervenire in aiuto del nuotatore l’osteopatia, in qualità di disciplina diagnostica e terapeutica complementare alla medicina tradizionale. Attraverso tecniche manuali si dimostra efficace per la prevenzione, valutazione ed il trattamento di una moltitudine di disturbi, sia muscolo scheletrici che viscerali, mediante un approccio rivolto all’intera persona. Le colonne portanti di questa disciplina sono 3 principi:
– unità del corpo: ogni parte costituente la persona (psiche inclusa) è dipendente dalle altre ed il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell’intera struttura e quindi l’equilibrio psicofisico e il benessere;
– relazione tra struttura e funzione: un corretto equilibrio tra struttura e funzione regala al nostro corpo una sensazione di benessere. Qualora tale equilibrio venga alterato, a causa di trauma o malattia, si andrà incontro ad una diminuzione di tale benessere.
– Autoguarigione: non è il terapeuta che guarisce ma il suo ruolo è di favorire la capacità innata dell’organismo ad auto curarsL’osteopata quindi osserva ogni funzione e parte del corpo in quanto ognuna di essa può
contribuire a manifestare il dolore e per questo motivo spesso si agisce su territori distanti dal
sintomo per ripristinare un corretto equilibrio corporeo. Grazie a questo nuovo equilibrio il corpo
avrà maggiori energie da investire nel processo di guarigione.

Per questi motivi l’osteopatia nel nuoto può intervenire a tre livelli differenti:
PREPARAZIONE: ottimizzando la “biomeccanica” del proprio corpo l’atleta può sviluppare un gesto tecnico preciso e funzionale. Questa migliore funzionalità̀ è la base per una buona coordinazione muscolare con conseguente riduzione del dispendio energetico e quindi di un migliore rapporto sforzo/resa. Questo si traduce sotto forma di: prestazioni natatorie migliori, tempi di recupero minori e diminuzione del numero d’infortuni. In questo senso
l’osteopatia può aiutare l’atleta a mantenere il corpo nelle migliori condizioni in modo da poter utilizzare tutte le risorse disponibili in allenamento ed in gara .
PREVENZIONE: evitare infortuni e recidive, oltre ad un risparmio economico significativo, si può tradurre in una maggior longevità atletica sia in ambito amatoriale che professionistico. Questo rende possibile una migliore programmazione a medio – lungo termine fondamentale se si ragiona per obbiettivi sportivi. Questo concetto è facilmente comprensibile se si pensa alla forma massima di competizione sportiva: l’olimpiade. Per raggiungere questo obiettivo l’atleta s’impegna e programma il proprio impegno fisico in un lasso di tempo della durata di quattro anni: il quadriennio olimpico. È evidente come il minimizzare e ridurre “gli intoppi fisici” in questo quadriennio possa fare la differenza nella vita di un atleta professionista.
INFORTUNIO: ovvero la fase “acuta” del problema, in questo caso l’intervento manipolativo sull’atleta deve essere rapido e tempestivo. In questo modo si porta ad accelerare notevolmente la fisiologica tempistica di ripristino di una normale funzionalità̀ fisica.

DR. ALESSANDRO BETTIN

OSTEOPATIA E STRESS

Con il termine stress ci si riferisce alla risposta prodotta dell’organismo umano quando è sottoposto a stimoli di natura fisica e/o psichica-emotiva. Questi stimoli sono in grado di produrre notevoli cambiamenti nel sistema muscolo-scheletrico, influenzandone profondamente il funzionamento. È ormai risaputo che atteggiamenti quali rabbia o paura, eccitazione o depressione, producono schemi posturali e quindi tensioni muscolari difensive non fisiologiche; le quali hanno la capacità di auto-perpetuarsi e di divenire fonte di dolore ed ulteriore stress. Questo fenomeno si manifesta attraverso un’alterazione dell’equilibrio psico-fisico dell’individuo che può portare a complicanze come: irritabilità, intolleranza, ansia, spossatezza, abbassamento delle difese immunitarie, secrezione irregolare di ormoni, aumento della frequenza cardiaca, aumento del ritmo respiratorio, alterazione della sudorazione, scompensi digestivi e disturbi del sonno.

La notevole varietà di sintomi spiega come, a parità di condizioni, al mondo non esistano due persone che reagiscano allo stress nello stesso modo, ovvero non sono i fattori di stress a determinare la risposta del corpo. L’individualità è il fattore determinante e la malattia è da considerarsi come il fallimento dell’adattamento del corpo umano all’ambiente o, in altre parole, la mancanza di resilienza da parte dell’individuo in quel particolare momento della vita. In un primo momento i meccanismi di autoregolazione del corpo affrontano in maniera adeguata gli stimoli a cui sono sottoposti ma col tempo, se continuamente sollecitati, perdono la loro capacità di adattamento. Inizia così uno squilibrio, una rottura degli equilibri interni al corpo umano, che coincide con la comparsa dei sintomi.
Lo stress provoca e perpetua disfunzioni, e quindi patologie, sulla base di fattori individuali sia mentali che fisici. L’osteopatia normalizza le strutture che “organizzano” gli effetti dello stress sul corpo attraverso una serie di trattamenti manuali specifici, che possono interessare l’apparato neuromuscolo-scheletrico, craniale e viscerale col fine ultimo di eliminare la causa del problema.

Questo tipo di trattamento permette di riattivare le forze vitali del corpo umano, le sue capacità intrinseche
di autoguarigione, per riportare nell’individuo salute ed armonia naturale.

DR. ALESSANDRO BETTIN

OSTEOPATIA E BENESSERE

Il termine benessere indica una filosofia che vede gli individui come responsabili, attivamente coinvolti nel processo volto non solo a mantenere ma anche ad aumentare e migliorare la propria salute sia essa fisica, psichica e mentale. Lo stato di salute così inteso assume soprattutto il senso di consapevolezza di sé.
Questa visione è il punto cardine di molte discipline tra cui l’osteopatia: disciplina terapeutica, olistica, di cura e prevenzione che poggia le proprie basi su di una conoscenza precisa della fisiologia e dell’anatomia del corpo umano.
Per citare le parole della “World Osteopathic Health Organization” (WOHO): “L’osteopatia è un sistema affermato e riconosciuto di prevenzione sanitaria che si basa sul contatto manuale per la diagnosi e per il trattamento.
Rispetta la relazione tra il corpo, la mente e lo spirito sia in salute che nella malattia: pone l’enfasi sull’integrità strutturale e funzionale del corpo e non per l’ultima, sulla tendenza intrinseca di quest’ultimo ad auto-curarsi. Il trattamento osteopatico viene visto come influenza facilitante per incoraggiare questo processo di auto-regolazione.”
Attraverso l’utilizzo delle mani l’osteopata individua la zona del corpo umano in disfunzione, causa della perdita dell’equilibrio generale, e ne ristabilisce mobilità e funzionalità. In questo modo il benessere risulta essere il risultato di una condizione di armonia ed equilibrio ovvero: ogni parte costituente la persona (psiche inclusa) è dipendente dalle altre e il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell’intera struttura.
Il trattamento osteopatico dunque, attraverso tecniche manuali, si pone come obbiettivo il riequilibrio della persona per consentire all’organismo di riacquisire il proprio funzionamento fisiologico.

DR. ALESSANDRO BETTIN

OSTEOPATIA E SPORT

“C’è un evidente rapporto tra il movimento e la salute.’’ (A.T.Still)

Con il termine ‘’sportivo’’ attualmente non si intende solo il professionista ma anche chi pratica una semplice attività motoria in maniera più o meno regolare e continuativa. Secondo il CONI sono oltre 4 milioni (dati aggiornati al 2008) i praticanti di sport in Italia riferibili alle Federazioni sportive nazionali (FSN) e alle Discipline Sportive Associate (DSA). Il 1° rapporto “Sport e Società” del Censis (2006), invece, individua in 34 milioni i cittadini italiani in età pari o superiore ai tre anni che affermano di aver praticato uno o più sport o attività fisica.

A fronte di questi dati in crescita, se da un lato lo sport è certamente fonte di benessere per chiunque lo pratichi, dall’altra è vero anche che intense attività fisiche possono provocare traumi continui e recidivanti, sia per l’atleta professionista che per lo sportivo amatoriale. In questo ambito l’Osteopatia risulta di grande aiuto sia per la cura di traumi sportivi sia nel mantenimento dell’equilibrio psico-fisico. Lo sportivo, di qualsiasi livello e tipologia, può essere supportato sotto diversi punti di vista:
– prevenzione degli infortuni attraverso un costante riequilibrio biomeccanico dell’atleta;
– supporto in caso di patologie dello sport coadiuvando altre figure sanitarie al fine di ridurre i tempi di recupero e i casi di recidiva;
– miglioramento delle performance e del rendimento liberando l’atleta da tensioni che, a vari livelli, possono limitarne la prestazione, ridurne lo sviluppo della forza o aumentarne il dispendio energetico diminuendone così la resistenza.

L’osteopata attraverso l’individuazione degli squilibri biomeccanici risolve i disturbi neurofisiologici dello sportivo agendo sulla struttura articolare, fasciale, viscerale o craniale. In questo modo il trattamento osteopatico contribuisce al mantenimento della salute dell’atleta, può ridurre l’incidenza di recidive degli infortuni e può essere inteso come attività preventiva complementare.

 

DR. ALESSANDRO BETTIN

OSTEOPATIA E PEDIATRIA

“Se la pianta piccola cresce storta, l’albero non sarà mai dritto” (Dr. Nicette Sergueef)

Una tra le più importanti e riconosciute pratiche osteopatiche, si rivolge al nascituro e a tutta l’età evolutiva in quanto fin dalla vita intrauterina il neonato può subire condizionamenti che aumentano esponenzialmente durante il travaglio ed il parto.

Il passaggio della testa del feto lungo il canale del parto determina un modellamento delle ossa craniche ed uno stimolo meccanico essenziale per uno sviluppo regolare di tutto il corpo. Questo stimolo evolutivo può però avvenire in maniera:
– anomala: anomali uterine, presentazione podalica, parto gemellare;
– difficoltosa: travagli lunghi, parto gemellare, uso di anestesia epidurale e/o ossitocina, estrazione con ventosa;
– o mancare come nel parto cesareo.

In entrambi i tipi di parto se l’adattamento fisiologico del cranio non avviene l’osteopata interviene per riequilibrarlo e permettere una migliore fisiologia, eliminando le disfunzioni ed evitando conseguenze future. A seconda della disfunzione cranica possono manifestarsi, a breve medio o lungo termine, problematiche inerenti all’apparato: respiratorio, digestivo, muscoloscheletrico, visivo,
occlusale e disturbi del sonno. In osteopatia pediatrica l’approccio manuale è sempre gentile e assolutamente non invasivo.

L’osteopata controlla il sistema craniale e attraverso tecniche dolci ne riequilibra il ritmo. L’intenzione è quella di ripristinare l’integrità strutturale e la continuità dei fluidi perché solo in questo modo il corpo potrà mettere in atto il suo potere d’autoguarigione. In molti paesi, europei e non, viene data molta importanza al ruolo dell’osteopata fin dalla sala parto assistendo alla dinamica del parto per poi verificare se il movimento craniale del neonato avviene
rispettando i limiti fisiologici.

DR. ALESSANDRO BETTIN

COS’È L’OSTEOPATIA

Nella società attuale il termine salute viene utilizzato per indicare una condizione di elevato benessere psico-fiscio-sociale. Il termine benessere indica quindi una filosofia di vita nella quale gli individui sono direttamente e attivamente responsabili nel processo volto a mantenere e quando possibile aumentare e migliorare la propria salute sia essa fisica, psichica e mentale. Lo stato di salute così inteso assume quindi il senso di consapevolezza di sé.

Questa visione è il punto cardine di molte discipline tra cui l’osteopatia: disciplina terapeutica, olistica, di cura e prevenzione che poggia le proprie basi su di una conoscenza precisa della fisiologia e dell’anatomia del corpo umano. Per citare le parole della “World Osteopathic Health Organization” (WOHO): “L’osteopatia è un sistema affermato e riconosciuto di prevenzione sanitaria che si basa sul contatto manuale per la diagnosi e per il trattamento.

Rispetta la relazione tra il corpo, la mente e lo spirito sia in salute che nella malattia: pone l’enfasi sull’integrità strutturale e funzionale del corpo e non per l’ultima, sulla tendenza intrinseca di quest’ultimo ad auto-curarsi. Il trattamento osteopatico viene visto come influenza facilitante per incoraggiare questo processo di auto-regolazione.”

L’Osteopatia rappresenta la prima forma di terapia manuale codificata incentrata sulla salute della persona piuttosto che sulla malattia. L’approccio osteopatico è causale e non sintomatico alla ricerca di quelle alterazioni funzionali del corpo che possono portare al manifestarsi di segni e sintomi tra cui il dolore. L’osteopata infatti considera il sintomo come un campanello d’allarme lanciato dal corpo e dal quale iniziare la ricerca della causa primaria d’insorgenza del disturbo. Il termine “Osteopatia” fu coniato dal suo fondatore, il chirurgo americano Andrew Taylor Still (1828-1917), che alla fine del XIX secolo scoprì le relazioni esistenti tra l’equilibrio funzionale dell’insieme delle strutture del corpo e la salute. Nel 1892 fondò a Kirksville, nel Missouri, la prima scuola di “Medicina Osteopatica” del mondo (American School of Osteopathy).

La grande innovazione apportata dall’osteopatia è racchiusa nei PRINCIPI di cui ancora oggi si avvale:
1. l’essere umano è un’unità dinamica di funzioni, il cui stato di salute è determinato da corpo, mente, e spirito.
L’individuo è visto nella sua globalità come una serie di sistemi finemente interconnessi tra loro. Ogni parte costituente la persona (psiche inclusa) e l’ambiente in cui essa vive è dipendente dalle altre e l’integrità ed il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell’intera struttura e quindi lo stato di benessere dell’individuo.
2. La struttura e la funzione sono reciprocamente inter-correlate.
Una delle frasi più celebri del Dr. Still conclude che l’Osteopatia può riassumersi in un unico concetto: “la struttura governa la funzione”. La riuscita di ogni funzione è legata all’integrità della struttura che la supporta. Nel momento in cui viene meno questo delicato siamo di fronte ad una disfunzione osteopatica, caratterizzata da una zona corporea in cui è andata persa la normale mobilità. L’organismo reagirà a tale disequilibrio creando delle zone di
compenso e di adattamenti non favorevoli all’omeostasi generale dell’organismo. Questi ostacoli, per Still, sono da ricercare nelle strutture del corpo umano ovvero a livello del sistema mio-fascio-scheletrico. Riprendendo nella propria interpretazione la teoria dell’irritazione vertebrale dell’inglese Thomas Brown (1828), Still perfezionò la nozione di “lesione osteopatica” definendola come una compromissione strutturale con ripercussione delle funzioni corporee attraverso la via indiretta dei disturbi della vascolarizzazione e dell’innervazione. Still in questo modo identificò un altro concetto fondamentale: “la regola dell’arteria è assoluta”. Secondo Still, distinguere tra struttura e funzione è del tutto illusorio poiché la struttura controlla la funzione e la funzione condiziona la struttura.
3. Il corpo possiede dei meccanismi di autoregolazione e autoguarigione.
In Osteopatia non è il terapeuta che guarisce, ma il suo ruolo è quello di eliminare gli “ostacoli” alle vie di comunicazione del corpo al fine di permettere all’organismo di sfruttare gli intrinseci meccanismi di autoregolazione attraverso cui raggiungere la guarigione. Secondo la visione osteopatica il corpo contiene in sé stesso tutti i mezzi necessari ad eliminare e prevenire le malattie a condizione che i sistemi di autoregolazione siano correttamente funzionanti ovvero che non siano presenti ostacoli nelle vie della nutrizione tissulare e della eliminazione dei rifiuti.

Grazie a questi principi l’osteopatia può intervenire in aiuto di persone di tutte le età, dal neonato all’anziano, alla donna in gravidanza e si rivela efficace in diversi disturbi che spesso affliggono l’individuo impedendogli di poter condurre una vita serena.
Per poter individuare la causa di tali disturbi l’osteopatia si avvale di una propria diagnosi ottenuta tramite 3 momenti fondamentali della visita:
– l’ANAMNESI attraverso cui rilevare informazioni necessarie in merito alla patologia prossima (attinente al motivo del consulto), e remota del paziente. Questo momento comprende anche l’esaminazione ed interpretazione di eventuali esami strumentali diagnostici già in possesso del paziente (radiografie, TAC, RM ecc.),
– l’OSSERVAZIONE della statica e della dinamica del paziente,
– la VALUTAZIONE attraverso la palpazione dei tessuti al fine di apprezzarne modificazioni della consistenza e la somministrazione di tests di mobilità attraverso cui rilevare le turbe della stessa.
La diagnosi osteopatica porta quindi alla definizione di una o più disfunzioni osteopatiche tutte accomunate dalla perdita del corretto movimento sia esso a carico di un’articolazione, di un organo, di una sutura cranica o di una qualsiasi struttura del corpo.
Sulla base delle disfunzioni rilevate il terapeuta potrà scegliere le tecniche manuali idonee per restituire la corretta mobilità e funzionalità al corpo del paziente in modo da favorire le capacità intrinseche dell’organismo a guarire.

L’osteopatia per questo motivo risulta: non invasiva, in quanto gli unici strumenti utilizzati sono le mani, e priva dell’ausilio farmacologico.
In quanto disciplina olistica non è possibile individuare un unico tipo di approccio ma si può affermare che un osteopata può utilizzare diverse tecniche, grossolanamente suddivisibili in gruppi, per raggiungere l’eliminazione della causa dei problemi del paziente. I gruppi risultano essere i seguenti:
– tecniche strutturali: utilizzate al fine di ristabilire una corretta mobilità e funzionalità del sistema muscolo-scheletrico attraverso un’influenza meccanica, biochimica e neurologica.
– tecniche craniali: utilizzate per agire a livello del sistema cranio-sacrale per ripristinare o riequilibrare il “meccanismo respiratorio primario”. Questo sistema può essere considerato come “la batteria” del corpo umano, quindi agendo su di esso si agisce sulla vitalità dell’organismo. Questa qualità è fondamentale perché permette agli esseri viventi di reagire con efficacia agli eventi di disturbo provenienti dall’ambiente esterno e da quello interno tecniche viscerali: utilizzate per ripristinare la corretta mobilità e motilità dei visceri che consente loro di espletare le proprie funzioni.
– tecniche fasciali: l’intero organismo è sostenuto e aiutato nelle proprie funzioni dal tessuto connettivo che provvede al collegamento, al sostegno e al nutrimento di tutti i tessuti dei vari organi. Queste tecniche consentono la normalizzazione e il riequilibrio dell’intero sistema corpo.

DR. ALESSANDRO BETTIN